Birilli
Appartengono a questa famiglia tutti quei giochi che prevedono l'abbattimento di alcuni elementi disposti sul terreno a una determinata distanza dal giocatore, attraverso il lancio di un altro oggetto.
Uno dei tratti che caratterizza questa famiglia di gioco è l'estrema variabilità: la famiglia dei birilli è senza dubbio una delle meno omogenee tra i giochi antichi. Il gioco, infatti, si differenzia sia per la zona e il momento storico in cui era o è tuttora praticato, sia per i materiali impiegati (il numero di birilli da far cadere utilizzati può andare da uno a dieci o più e l'attrezzo utilizzato per abbatterli può essere una boccia sferica o irregolare, un birillo stesso o addirittura una piastra metallica), sia per la varietà di regole e strategie di gioco riscontrate.
Questa famiglia ludica è presa spesso a esempio per dimostrare come una stessa tipologia di gioco possa essere diffusa sia tra gli uomini che tra le donne.
Sarebbe troppo semplice individuare la differenza tra sessi nella forza fisica occorrente nell’esecuzione; bisogna invece andare più in profondità nello studio delle specificità dei territori per riuscire a interpretarne le motivazioni. Contrariamente a quello che sembra, il gioco dei birilli è un’attività che molte volte implica abilità e strategia più che forza fisica.
Cenni Storici
I primi reperti archeologici conosciuti, relativi alla famiglia dei birilli, risalgono al 3.200 a.C.: nove pezzi di pietra, da collocare come birilli, verso i quali si faceva rotolare una sfera di pietra che doveva passare prima attraverso un arco composto da tre pezzi di marmo.
Il loro ritrovamento è avvenuto nella tomba di un bambino egiziano a Nagada e sono ancora oggi conservate presso l'Ashmolean Museum of Art and Archaeology dell'Università di Oxford, Inghilterra.
Questo gioco era diffuso anche nella Roma antica: la testimonianza deriva da un sarcofago romano conservato nei Musei Vaticani (Giochi e giocattoli nell’antichità, Marco Fittà).
Anche per l'epoca Medievale la documentazione che testimonia la diffusione di questo gioco è cospicua, ma è soprattutto dal XV secolo che si hanno maggiori prove riguardo alla sua pratica.
Curioso è stato scoprire come in
Polinesia si sia praticato un gioco chiamato "Ula Maika", comprendente l'utilizzo di birilli e sfere di pietra. Le sfere erano lanciate da una distanza di sessanta piedi (18 metri), una distanza che è, forse non casualmente, la lunghezza regolamentare della pista del Bowling moderno a dieci birilli.
Comunità ludiche
Brigghja, Fossato Jonico (Reggio Calabria), Calabria
Bijè, Farigliano (Cuneo), Piemonte
Carrara, Pellegrino (Messina), Sicilia
Brigghia, Castell'Umberto (Messina), Sicilia
Foto: Quilles sur Planche (Svizzera)