Giochi e passatempi. La dimensione ludica a Venezia tra svago e repressione
19.05.14
Nello spazio italiano ed europeo della prima età moderna, Venezia rappresentava un centro di primo piano per l'attrazione dei suoi giochi, delle sue feste e dei suoi spettacoli. Un incontro che vuole esplorare le pratiche e le modalità ludiche del tempo: il gioco d'azzardo ne è un caratteristico fil rouge.
Giovedì 22 maggio 2014 dalle ore 17.00-18.30 alla Società Letteraria di Verona - Piazzetta Scalette Rubiani 1 (nei pressi di Piazza Bra) - Alessandro Arcangeli (Università di Verona) e Margherita Corsi interverranno al seminario organizzato in collaborazione con l'Associazione Parentesi storiche di Verona.
L'incontro intende restituire il respiro storico-antropologico di quella pratica, l'universo ludens che l'animava e sorreggeva la vita veneziana dell'epoca.
C'è una scommessa fra le altre che appassiona i veneziani (anche se non solo loro), prima dell'era dell'ippica e del Totocalcio: maschio o femmina? Tirare a indovinare il sesso del nascituro è un business ricco di risvolti sociali, che non ha mancato di lasciare traccia nella documentazione giudiziaria. In queste carte, le donne, più degli uomini, sembrano essere protagoniste, sia in veste di giocatrici, di testimoni, di allibratori e ovviamente in quanto oggetto stesso delle scommesse. Molte di loro non esitano a farsi complici di truffe e raggiri fantasiosi, in un gioco che poteva costituire una fonte di rovina per molte famiglie veneziane.