Il Gioco delle Noci nasce come rito ludico legato al cibo ed è praticato probabilmente sin dalla nascita del borgo, poco dopo l’Anno Mille, e sicuramente codificato dal Secolo XVI – come si è evinto dall’analisi linguistica della terminologia adoperata nel gioco. Si tratta di un gioco in prevalenza femminile, che testimonia del valore alimentare della noce, utilizzata nella preparazione del tradizionale pesto. Sacchetto di stoffa colmo e noci alla mano, l’intento è di procacciarsi un ricco bottino colpendo quante più noci possibili con una più grande che non rimbalza chiamata “Botto”. Il gioco inizia nel momento in cui ogni giocatrice dispone due noci per terra, una dietro l’altra, a distanza di 10-15 cm in file parallele. L’obiettivo del gioco è quello di portarsi a casa più noci possibili lanciando il “Botto” in direzione delle file di noci. Il tiro, effettuato a circa cinque metri di distanza, cerca di intercettarne al volo il maggior numero possibile. Le noci toccate e quelle vicine (della fila parallela) entrano così al far parte del bottino della concorrente che ha tirato. Una volta si usava “truccare” le noci usate per il lancio appesantendole con del piombo, spesso con la conseguenza di dar vita a polemiche e baruffe. Oggi, invece, la consuetudine è quella di usare per il tiro la noce più grande e più vecchia: essendo più vuota resterà più aderente al terreno. Alla fine della partita, le noci eventualmente rimaste in gioco non saranno conteggiate ma messe “Alla raffa” dove a prenderle saranno le giocatrici più svelte. Oggi nel gioco sono coinvolti molti turisti e curiosi che visitando il paese vengono iniziati alle sue tradizioni locali.


Un tempo, le noci erano un alimento pregiato: rare da trovare e molto costose, erano una desiderabile fonte calorica. Fu probabilmente questo fatto ad alimentare l’usanza tra le donne del posto di affrontarsi nell’appassionante Gioco delle noci, che permetteva alle più abili giocatrici di portare a casa risorse necessarie per sfamare la famiglia e per preparare vari tipi di pesto, tradizionale condimento ligure.
Lo svolgersi della pratica in un momento dell’anno con forte presenza di turisti, nel territorio in occasione delle ferie estive, ha permesso una più ampia diffusione e trasmissione della pratica. Un tempo giocato soltanto dalle donne del luogo, ora è praticato da chiunque voglia cimentarsi.
Info
Sacchetto di stoffa, noci di cui una che non rimbalza che vada a costituire il “botto”
Il gioco viene praticato solitamente sul sagrato della chiesa di S. Giovanni Battista, in piazza Garibaldi.
Un tempo unicamente femminile, trasmesso di madre in figlia, oggi è un gioco senza limiti di genere e di età. partecipanti sono divisi in gruppi tra adulti e bambini per un massimo di 12 giocatori o giocatrici.
Il gioco si svolge durante tutta l’estate e a settembre, poiché legato alla Festa della Madonna di Soviore e di Fegina
(8 settembre).
Territorio
Monterosso al Mare (SP)
Monterosso al Mare, comune italiano di 1338 abitanti della provincia della Spezia, è un paese situato nella zona più occidentale delle Cinque Terre. Monterosso è al centro di un piccolo golfo naturale, protetto da una modesta scogliera artificiale, a levante di punta Mesco nella Riviera spezzina. Il suo territorio fa parte del Parco nazionale delle Cinque Terre e il mare antistante alla costa rientra nell’Area marina protetta di questo sito UNESCO.

